Con riferimento a questi aspetti, troppo spesso mi capita di incontrare imprenditori del Retail che non danno alcun peso a questo aspetto. Non è nostra intenzione avviare qui una disquisizione sui concetti del CATEGORY MANAGEMENT, ma almeno alcuni aspetti basilari devono essere condivisi.
Il CATEGORY MANAGEMENT è un concetto commerciale secondo il quale l’insieme dei prodotti venduti da un’organizzazione commerciale viene segmentata in un discreto numero di segmenti: questi segmenti sono conosciuti come categorie. Ciascuna categoria dev’essere gestita con regole necessità proprie della categoria stessa.
L’omnicanalità di fatto costringe il RETAILER ad adottare una piattaforma di category management dinamica, che sia caratterizzata da un vero e proprio approccio customer-oriented che gli permetta di analizzare una grande quantità di dati in tempo quasi reale, e di elaborare previsioni non più basate sulle sole statistiche di vendite dei periodi precedenti. Questo approccio costituisce un cambio radicale di modalità di gestione per il settore retail, che sino ad oggi lavorava sul category management al massimo con un semplice esercizio di fogli di calcolo, spesso impossibili da gestire o da maneggiare.
Mi è capitato più volte di vedere stampe di questo tipo lunghe un metro, e realizzate con fogli A4 attaccati con lo scotch!! In realtà, come vedremo meglio durante i prossimi appuntamenti, omnicanalità e digitalizzazione stanno ridefinendo il ruolo del punto vendita, contaminando anche le modalità in cui gli spazi dedicati alla vendita e gli assortimenti devono essere pensati e organizzati per soddisfare con la massima redditività possibile le esigenze di estrema flessibilità, di servizio e stile di vita dei consumatori moderni.
Ciò che possiamo senz’altro definire è che il consumatore always-on (iperconnesso) costringe gli operatori commerciali ad una sempre maggior innovazione per poter sfruttare un vantaggio competitivo, orientandosi verso attività caratterizzate da tre direttrici, per una corretta gestione della supply chain: la capacità di prevedere la domanda; l’allineamento degli assortimenti con le demografie e le caratteristiche della clientela locale; la capacità di trasformare le decisioni relative agli assortimenti in space plan eseguibili che ottimizzano l’allocazione degli spazi.
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