Al contrario di ciò che si pensa, dal punto di vista mnemonico e creativo, la nostra mente non è poi uno strumento così perfetto. Volendo fare un’affermazione estrema, potremmo dire che Basti pensare a quante volte ci ricordiamo di una cosa da fare in un momento in cui non possiamo assolutamente farla! Oppure ci viene una brillante idea in un momento in cui siamo completamente lontani dal lavoro cui la stessa idea è applicabile. Ci ricordiamo che ci servono le batterie per la nostra torcia di emergenza quando siamo sotto la doccia, non quando siamo all’interno del negozio in cui potremmo acquistarle. Oppure, la frase perfetta che stavamo cercando, o la formula ideale, o la composizione giusta di pensieri disordinati, nasce nella nostra mente mentre stiamo facendo la corsetta quotidiana nel bosco vicino casa, e non quando siamo seduti al tavolo di lavoro.
Se il nostro cervello fosse intelligente ci ricorderebbe delle cose da fare nell’esatto momento in cui ci tornano utili. Naturalmente tutto questo non avviene per limiti intrinseci del nostro cervello. Questo succede per due motivi: innanzitutto perché la nostra mente lavora per libere associazioni mentali, e quindi mentre pensiamo, anche in modo non necessariamente distratto, saltiamo da un argomento all’altro in modo incredibilmente veloce operando libere associazioni mentali (23); in secondo luogo perché è molto, molto difficile essere creativi a comando quando abbiamo la nostra testa sovraffollata di pensieri e attività programmate: la creatività per sgorgare ha bisogno di acqua limpida, di una mente sgombra.
Quindi, trasferire ciò che abbiamo in mente, scrivere, appuntare, fissare concetti di continuo nella nostra giornata, serve sicuramente ad alleggerire la nostra mente, a liberarla perché sia più creativa, a essere più efficienti e quindi a migliorare la nostra performance.
Oltre alla scrittura l’altra nuova attività che s’impone per riprendere il controllo della propria vita e del tempo che corre è fermarsi a riflettere.
Nell’ambito della gestione del tempo, riflettere vuol dire darsi il tempo per pensare a ciò che si deve fare, con un congruo anticipo rispetto all’attività stessa. Attenzione però: questo tipo di riflessione non si può fare mentre si è presi da altre attività. Occorre uno stop, un vero e proprio momento di pausa, che ci permetta di guardare alle cose future che abbiamo da fare, di dargli un peso, e di sistemarle all’interno di un calendario.
La capacità di riflettere, e di sistemare in una sequenza organizzata, fatti e avvenimenti, richiede una mente sgombra e attenta. Basti pensare che la capacità di produrre della mente umana è strettamente legata al tempo che si ha a disposizione, alla possibilità e capacità di organizzarsi, alla quantità d’impegno impiegato nell’attività, e naturalmente anche all’umore.
Riflettere e fermarci, ci permette dunque di rendere limpida la nostra mente, proprio come succede alle acque di uno stagno, dopo che si è lanciata una pietra: quando le acque si fermano e i sedimenti scendono sul fondo l’acqua riacquista la sua limpidezza.
(23) È questa una caratteristica della nostra mente che può tornare molto utile per produrre qualcosa di inaspettato, e quindi di nuovo. È infatti il presupposto alla base di tutte le attività di brainstorming: la libera associazione di idee tra i partecipanti che produce nuove idee.
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