Ci sono 7 modi in cui le relazioni che viviamo ci cambiano… e non è detto che sia un cambiamento migliorativo.
Scopriamo ora cosa ci racconta una nuova ricerca, per certi versi sorprendente…
Tutti abbiamo un amica che non ha mia dedicato attenzione al calcio, e ad un tratto, dopo aver cominciato ad uscire con una persona nuova, diventa esperta di fuorigioco.
E che dire del collega che ci faceva compagnia durante le pause caffè-sigaretta e che improvvisamente diventa salutista, salvo poi scoprire che la sua nuova fiamma non fuma e non beve caffè… Possiamo parlare di semplici coincidenze, o c’è qualcos’altro sotto?
Certo, tutti sappiamo che le relazioni che viviamo ci cambiano, ma altro è capire in che direzione.
Sicuramente i rapporti sono dinamici, si trasformano nel tempo e con nuove situazioni.
Ma come cambiano le persone nelle relazioni dinamiche? O ancora: come vi ha cambiato il vostro rapporto?
Una recente ricerca suggerisce che le persone sono molto influenzate da coloro che li circondano, non solo da un punto di vista comportamentale.
Ovvio, direte voi.
Meno ovvio però è che un crescente corpo di evidenze scientifiche suggerisce che anche la percezione che abbiamo di noi cambia quando viviamo una relazione.
Per valutare in modo obiettivo il modo in cui siamo cambiati, ecco cosa è necessario sapere: l’innamoramento facilita, molto, il cambiamento di sé.
L’esperienza dell’innamoramento è esaltante, forse proprio perché di fatto, tra le altre cose, promuove un sorprendente grado di auto-cambiamento (Aron, Parigi, e Aron, 1995). Si passa facilmente verso un nuovo IO, quello in cui il nuovo concetto di sé ha integrato gli aspetti del partner. Succede che successi o dolori del partner sono vissuti come propri.
Certo, alcune persone sono più inclini al cambiamento rispetto ad altre. Possiamo tranquillamente affermare che siamo tutti colpiti dalle persone che amiamo, ma alcuni di noi lo sono senz’altro di più.
L’evidenza suggerisce che gli individui che hanno un livello alto di ansia – cioè, temono l’abbandono e sono quindi portati a mettere facilmente in discussione la propria autostima – tendono ad avere, anche nelle relazioni, un concetto di sé altamente malleabile (Slotter & Gardener, 2012).
Di fatto si può affermante che relazioni sane avviano certamente processi di auto-espansione. Se avete mai pensato che stare con qualcuno vi ha resi una persona migliore, avete certamente percepito un crescita personale, anzi una vera e propria auto-crescita positiva (Aron, Aron, Tudor, e Nelson, 1991).
Questa è la situazione in cui la persona che sei oggi è una persona più ricca e con aspetti migliori rispetto a prima di incontrare la propria attuale “dolce metà”.
Al contrario, rapporti malsani potrebbero fare di noi una persona decisamente peggiore. L’auto-crescita non sempre significa guadagnare tratti o comportamenti positivi (Mattingly, Lewandowski, e McIntyre, 2014). A volte, infatti, l’auto-crescita può spingerci verso abitudini malsane o comportamenti negativi, e fare di noi un soggetto più ansioso, lamentoso, aggressivo o offensivo.
Le potenziali variazioni negative dovute ai rapporti malsani, rivelano l’importanza della scelta del partner.
Entrando in un rapporto, si rischia di diventare qualcuno che potrebbe non piacerci.
Naturalmente, relazioni sane possono ridurre le cattive abitudini. Oltre alla crescita del concetto di sé – già avviare una relazione aiuta l’autostima – il sé può sperimentare la diminuzione degli aspetti sfavorevoli della nostra personalità (Mattingly et al., 2014).
Forse da essere un soggetto logorroico abbiamo cominciato ad ascoltare, da essere particolarmente attenti alla critica, abbiamo cominciato a valorizzare gli aspetti positivi degli altri, oppure abbiamo adottato uno stile di vita più salutare, smettendo di fumare o di bere.
Tale potatura frutto della relazione è senz’altro considerato un modo per migliorare se stessi. Ma è vero anche che i rapporti possono portare ad una situazione di auto-costrizione. Per quanto un nuovo amore può ammorbidire le cattive abitudini, potrebbe tagliare anche alcune buone qualità.
La nuova ricerca suggerisce che a volte essere dentro una relazione forte e romantica significa perdere anche gli aspetti positivi del sé (Mattingly et al., 2014). Potremmo sviluppare comportamenti di sfiducia verso gli altri – con l’obiettivo di conservazione del rapporto esclusivo con il partner – o tendere all’isolamento – per lo stesso motivo.
E poi c’è l’ipotesi di rottura. La separazione richiede una grandissima dose di auto-cambiamento.
Fa male, ma è vero: la perdita di un amore significa la perdita di una parte di sé.
Molte persone sperimentano un’esperienza seria e forte di confusione – “non so più chi sono” – con un forte ridimensionamento del concetto del sé (Lewandowski, Aron, Bassis, e Kunak, 2006). Avviarsi verso una normalizzazione, spesso significa districarsi tra le parti del sé che si desidera annullare ed evitare, perché inesorabilmente legate all’ex partner e si paga il conto di dover ricostruire un nuovo senso del sé.
E’ chiaro che la percezione del nostro sé non è così stabile come si potrebbe pensare e tutti i significati che diamo ai nostri modi d’essere hanno un grande potere nel plasmare i nostri futuri sé.
In conclusione, siamo profondamente colpiti da coloro che amiamo, tanto da trasformarci – inconsciamente – per la loro influenza, diventando persone diverse nel corso del tempo.
Tutto questo dovrebbe sottolineare l’importanza di scegliere un partner con grande attenzione, e di vivere con qualcuno che possa spingerci verso una direzione positiva. E’ inutile resistere, sarà cosi, allora tanto vale pensarci bene.
E non dimentichiamo mai che, per quanto si è sotto l’influenza del proprio partner, il nostro partner sarà sotto la nostra influenza. Quindi usare il proprio potere con saggezza è un bene… Ed è ancora meglio scegliere un partner che già è quello che si sta cercando, in modo da poter dedicare tutta l’energia che abbiamo per godere del tempo da vivere insieme, piuttosto che cercare di cambiare quella persona in qualcun altro, che forse non sarà mai…
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